Linfodrenaggio: prenota un trattamento e risolvi i tuoi problemi di circolazione
Presso il nostro centro effettuiamo trattamenti di linfodrenaggio per problemi di circolazione, ritenzione idrica, cellulite e patologie legate al sistema linfatico.
Abbiamo scelto di offrire questo trattamento perché pensiamo che sia la soluzione ideale per tante problematiche che hanno a che fare con la circolazione all’interno del nostro corpo, di cui purtroppo tante persone sono affette.
Vediamo nello specifico di cosa si tratta, quali sono i benefici e le controindicazione del linfodrenaggio e come viene effettuato il massaggio linfodrennate.
Che cos’è il Linfodrenaggio?
Per linfodrenaggio si intende una particolare tecnica di massaggio dolce e ritmico che favorisce la naturale circolazione della linfa all’interno del nostro corpo.
Questa manualità eseguita da fisioterapisti specializzati, se associata ad un corretto stile alimentare e ad un’attività fisica aerobica, è la terapia più naturale ed efficace contro le alterazioni a carico del sistema linfatico (da problematiche di ritenzione idrica come la cellulite, fino a vere e proprie condizioni patologiche come il linfedema).
Il linfodrenaggio fu sperimentato per la prima volta dal fisioterapista Emil Vodder e da sua moglie Estrid negli anni ‘30, i quali perfezionarono la tecnica introdotta dal dottor Alexander Von Winiwarter, arrivando all’attuale tecnica di linfodrenaggio Vodder.
Oggi, si ricorre a questa tecnica per favorire il drenaggio, la circolazione linfatica e l’espulsione dei liquidi linfatici dai tessuti.
Rappresenta l’unica arma in campo riabilitativo per affrontare tutte le patologie a carico del sistema linfatico.
Il sistema linfatico decorre parallelamente al sistema venoso allo scopo di rimuovere l’eccesso di fluido interstiziale e le tossine prodotte dai tessuti per portarli verso i linfonodi e il cuore.
Spesso, per cause di varia natura, subisce rallentamenti o interruzioni e le scorie raccolte si depositano negli spazi intercellulari, provocando veri e propri edemi. Questi possono essere di vario grado: dalla classica “pelle a buccia d’arancia” fino a casi avanzati di linfedema dove il normale ritmo linfatico non basta a drenare i liquidi in eccesso.
Il linfodrenaggio manuale è spesso associato a quello meccanico (utilizzo di macchinari come la pressoterapia), ma è preferibile a quest’ultimo, poiché ciascun corpo ha i propri limiti di tolleranza alle pressioni, il proprio e tono di liquidi e adipe: tolleranza e tono possono essere sperimentati soltanto dal contatto con mani esperte.
Linfodrenaggio Metodo Vodder e Metodo Leduc
Il linfodrenaggio manuale viene eseguito secondo i dettami di diverse scuole.
Le due scuole più conosciute sono quella di Vodder e quella di Leduc.
La prima, probabilmente la più nota, nacque nella prima metà del XX grazie a Emil Vodder, la scuola Leduc nasce qualche tempo dopo.
Le due scuole si basano essenzialmente sugli stessi principi, la differenza sostanziale sta nella tipologia dei movimenti.
Il metodo Vodder prevede l’esecuzione di spinte circolari e rotatorie e movimenti erogatori e a pompaggio, mentre il metodo Leduc prevede solo la manovra di richiamo, da eseguire a valle della zona che presenta il disturbo, per svuotare i collettori linfatici, e la manovra di riassorbimento, che viene eseguita sulle aree in cui vi sia ritenzione, per favorire il riassorbimento dei liquidi.
Attualmente, il metodo Vodder è quello più diffuso ed applicato da medici, fisioterapisti e massaggiatori. L’esperto che va ad eseguire il massaggio deve conoscere il circolo linfatico e le zone da trattare, in modo da eseguire correttamente le manovre per facilitare la circolazione superficiale ed evitare di irritare la cute, attraverso manualità brusche, sfregamento, pressione eccessiva o costante. I movimenti devono essere ritmici, lenti e armoniosi, senza indurre stimoli eccessivi, che causino spasmi nei vasi linfatici e che rispettino il deflusso linfatico.
In cosa consiste il massaggio linfodrenante
Il massaggio linfodrenante svolge un’azione meccanica sulle aree del sistema linfatico (vasi e capillari linfatici, noduli linfatici e linfonodi, milza e timo) attraverso manovre sequenziali molto lente che rispettino particolari parametri come ritmo e direzione.
Essendo presente in tutto il nostro corpo, parlando appunto di un “sistema linfatico”, quando si effettua il linfodrenaggio, l’azione deve coinvolgere l’intera circolazione linfatica.
Per questo motivo il fisioterapista, oltre che trattare unicamente e direttamente la zona interessata dall’edema, dedicherà una parte della terapia anche al trattamento delle zone in cui sono presenti i linfonodi che scaricano la linfa nei tronchi linfatici terminali (raccolgono la linfa proveniente da tutto il corpo) e quindi nella regione del collo.
Accorgimenti per il massaggio linfodrenante
Il massaggio linfodrenante ha precisa esecuzione ed è consigliabile seguire questi consigli:
- il paziente deve essere in una posizione comoda, senza tensione dei muscoli;
- l’ambiente deve avere una temperatura adeguata: né troppo caldo né troppo freddo;
- le mani del fisioterapista devono essere calde;
- la pressione del massaggio deve mantenersi sui 30 mmhg (pressione che consente la giusta stimolazione dei vasi linfatici);
- a termine del massaggio, il paziente deve riposare tra i 15 e i 20 minuti;
- il massaggio deve avvenire direttamente con le mani, senza olii o creme: l’attrito è importante per spingere la pelle e i liquidi.
Linfodrenaggio: benefici e vantaggi
In generale, quella del linfodrenaggio manuale è una tecnica che punta al miglioramento della circolazione linfatica, svolgendo tre azioni benefiche:
- drenaggio dei liquidi, in quanto ne favorisce l’eliminazione;
- rilassamento delle fibre muscolari;
- introduzione di leucociti e immunoglobuline nel circolo ematico.
Perché ciò avvenga, il massaggiatore dovrà fare attenzione a seguire il flusso linfatico e ad evitare frizione sulla pelle, per non causare dolore e arrossamenti al paziente.
Il linfodrenaggio manuale funge da stimolo per la microcircolazione sanguigna e linfatica favorendo il drenaggio dei liquidi e l’eliminazione delle tossine: la pelle appare più luminosa tonica e ringiovanita.
Proprio per queste sue caratteristiche, è molto indicato per aiutare il riassorbimento dei gonfiori, per agevolare la cicatrizzazione di ulcere e piaghe nei casi più avanzati e per regolare il sistema neurovegetativo.
Oltre all’effetto drenante, il linfodrenaggio potenzia le difese immunitarie dell’organismo, rigenera i tessuti reidratando la pelle, ha effetti ansiolitici oltre che miorilassanti.
Quando è consigliabile il trattamento di linfodrenaggio
Il massaggio linfodrenante è un trattamento consigliato soprattutto nei seguenti casi:
- edemi linfatici (di specie primaria e secondaria);
- flebedemi (a causa di stasi venose);
- danni traumatici (ematoma, distorsione, fratture, strappamenti della fibra muscolare, lussazione, operazioni, bruciature);
- cura consecutive del cancro (per esempio dopo operazioni al seno con estrazione di linfoghiandole);
- condizione di gravidanza con un importante accorgimento: si se effettuato da personale formato, no se effettuato da personale non formato (se fatto in maniera sbagliata potrebbe stimolare le contrazioni, e perchè i linfonodi in taluni casi, con mani inesperte, potrebbero aumentare di volume e creare scompensi sia per la mamma che per il bambino).
- cellulite (panniculopatia edemato-fibro-sclerotica);
- morbus Sudeck (algodistrofia, CRPS = sindrome complesso del dolore).
Principali controindicazioni del trattamento di linfodrenaggio
Come tutti i trattamenti possono verificarsi delle controindicazioni (che sono comunque molto rare). Le principali controindicazioni del linfodrenaggio sono:
- infiammazioni acute;
- tumori maligni;
- edema degli arti, dovuta ad insufficienza cardiaca;
- alterazioni della pressione, quali ipotensione o ipertensione;
- asma;
- infezioni generali o locali;
- trombosi venosa profonda.
Su quali parti del corpo è possibile effettuare il linfodrenaggio?
Il linfodrenaggio è un trattamento che può apportare benefici in tante zone del tuo corpo.
Vediamo nello specifico cosa avviene per ogni parte del corpo.
Linfodrenaggio Gambe
Le gambe rappresentano la zona che più manifesta il disturbo del sistema linfatico:
- sensazione di pesantezza alle caviglie e di gambe gonfie;
- “pelle a buccia d’arancia” e “cuscinetti adiposi”;
- linfedema primario e secondario.
In tutti questi casi si ha bisogno di effettuare il linfodrenaggio che favorisce un corretto deflusso della circolazione linfatica, aiutando a ridurre gonfiori, edemi e ritenzione idrica.
Il trattamento è preceduto da una accurata valutazione e da parte del terapista e prevede anche una fase di misurazione dei diametri delle zone che si intende trattare.
La durata del trattamento di linfodrenaggio gambe è di circa 45 minuti e prevede la cosiddetta manovra di apertura dei linfonodi del collo, successivamente si utilizzeranno manovre di svuotamento sui linfonodi di riferimento rispetto alla zona da trattare quindi iliaci e inguinali.
Il trattamento continua in senso disto-prossimale e medio-laterale nella zona anteriore della coscia verso l’inguine con manovre di pompaggio singolo e doppio, pomper renvoyer.
Successivamente si passa alla zona del ginocchio con svuotamento dei linfonodi del cavo popliteo e manovre di pompaggio e cerchi alternati per trattare la rotula.
Si passa poi alla regione della gamba i cui linfonodi di riferimento sono rappresentati dai retromalleolari e si procede con manovre di pompaggio e movimenti attingenti sulla zona dei polpacci e si termina la parte anteriore dell’arto inferiore con il trattamento del piede.
Si effettuerà il trattamento anche nella regione posteriore dell’intero arto.
Fin dalla prima seduta il paziente avvertirà una sensazione di sollievo e di “leggerezza” , noterà un aumento della diuresi e un miglioramento della consistenza della cute e dell’edema. Con il passare del tempo si assisterà anche ad una notevole riduzione dei diametri.
Molto spesso al linfodrenaggio, nei casi di linfedema più grave, si associa il bendaggio.
Si tratta di un bendaggio elasto-compressivo che viene effettuato partendo dalle teste metatarsali fino al ginocchio o fino all’inguine. Le bende adeguatamente sovrapposte eviteranno l’aumento dell’edema grazie alla pressione applicata e favoriranno una compressione delle strutture muscolari facilitando il ritorno venoso.
Se correttamente confezionato, il bendaggio ha dimostrato essere la tecnica in assoluto più efficace nella riduzione dell’edema in abbinamento al linfodrenaggio. A fronte di questa efficacia va detto che, se non correttamente applicato, può determinare l’insorgenza di gravi effetti collaterali come ischemia cutanea, lesioni nervose o trombosi venosa.
Per questo è assolutamente indispensabile che la sua applicazione sia riservata a personale sanitario con specifica preparazione tecnica ed esperienza.
Linfodrenaggio Braccio
La necessità di eseguire il linfodrenaggio dell’arto superiore è spesso presente in quei pazienti che hanno subito l’asportazione dei linfonodi ascellari a seguito di un tumore alla mammella oppure a seguito di radioterapia.
L’eradicazione delle stazioni linfonodali determina un blocco meccanico della linfa a livello dell’arto superiore, che può dare origine a distanza di breve o lungo termine ad una sindrome detta “del braccio grosso”.
L’errore che si commette comunemente è quello di non fare prevenzione: in molti pazienti che hanno subito una linfoadenectomia il linfedema si manifesta anche a distanza di molto tempo, questo perché inizialmente il sistema trova delle strategie di compenso che purtroppo da sole non bastano ad evitarne la formazione.
Il consiglio quindi è quello di effettuare dei cicli di linfodrenaggio fin da subito.
Fortunatamente l’insorgenza del linfedema non è una conseguenza pericolosa ma, se non viene adeguatamente e tempestivamente trattato, può incrementare di volume, diventare fastidioso, procurare infiammazioni, provocare limitazioni nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana fino a diventare invalidante.
Le manovre sono simili a quelle descritte per l’arto inferiore, sono diversi i linfonodi di riferimento che in questo caso sono gli ascellari (se presenti), quelli del braccio. Spesso al trattamento dell’arto superiore si associa il trattamento del torace e del petto.
Linfodrenaggio Addome e Viso
Trattando la zona dell’addome e del viso si ottengono grandi miglioramenti di natura estetica e in particolare:
- riduzione dei diametri,
- miglioramento dell’elasticità cutanea,
- riduzione delle borse sul viso).
Il linfodrenaggio può essere applicato a queste zone in caso di sinusite cronica frontale e mascellare, bronchite cronica, asma bronchiale, rinite cronica, otiti croniche oppure in caso di disturbi intestinali: stipsi cronica, colite spastica sinusite, con diminuzione delle secrezioni nasali e del dolore; stipsi abituale: le tecniche eseguite ad esempio sull’addome favoriscono la peristalsi e la distensione dei muscoli della parete addominale.
Linfodrenaggio: le principali patologie che può curare
Il linfodrenaggio si presenta come una scelta terapeutica nelle diverse condizioni (più semplici e più complesse) che interessano il sistema linfatico, determinando un notevole miglioramento delle condizioni di vita di quei pazienti che convivono con una problematica cronica come quella del linfedema e rappresentando l’unica soluzione per arginare le conseguenze della stasi linfatica insieme ad uno stile di vita adeguato.
L’edema linfatico che si accumula tra le cellule provoca un aumento dello spazio tra di esse, ciò causa una loro cattiva ossigenazione e la formazione di quantità sempre maggiore di tessuto connettivo tra le cellule stesse, la cosiddetta “fibrosi”, che a sua volta impedisce una adeguata ossigenazione dei tessuti e altera la fine organizzazione del sistema circolatorio linfatico. All’inizio della malattia, infatti, l’ edema linfatico si presenta molle alla palpazione, ma dopo un periodo superiore alle quattro settimane il processo patologico si complica con la fibrosi, formandosi così un edema duro alla palpazione, che aggrava ancor più il trasporto della linfa.
La fibrosi determina nei casi più avanzati l’ulteriore peggioramento delle condizioni dei tessuti con comparsa di lesioni cutanee: pachidermia (ispessimento della pelle), comparsa di piccole escrescenze (papillomatosi linfostatica) e vescicole linfatiche che possono indurre un gemizio linfatico continuo, talora molto abbondante (linforrea).
Il paziente affetto da linfedema deve eseguire periodicamente dei cicli di linfodrenaggio e bendaggio (10-15 sedute ogni 3-4 mesi, i cui costi variano da 30 a 50 euro in base alla zona trattata) e, per ottimizzare i risultati della terapia, deve:
- adottare un regime dietetico ipocalorico, ipoproteico, iposodico;
- farmaci secondo prescrizione medica (per lo più diuretici, ma anche antibiotici ed antinfiammatori);
- corretta idratazione (bere molta acqua, almeno 2 litri al giorno);
- terapia elastocompressiva (“calze elastiche”) da portare durante la giornata;
- il movimento attivo e passivo degli arti oltre che esercizio aerobico controllato.
La scelta del linfodrenaggio per trattare problematiche dovute alla ritenzione idrica come la cellulite permette il riassorbimento degli edemi, co-responsabili dell’alterazione delle cellule adipose e sintomi visibili del ristagno, alleggerisce la circolazione venosa, migliora l’aspetto e il tono della cute e la sua temperatura e attua un rilassamento delle fibre muscolari.
Quando associato ad uno stile di vita sano e naturale, è un valido alleato per eliminare gli accumuli di liquidi e per agevolare lo smaltimento della cellulite, soprattutto quando in fase iniziale e nella sua manifestazione edematosa e molle.
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